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Patek Philippe 2526

Dr. N

Oggi parliamo di un orologio che si potrebbe definire il miglior solotempo automatico di sempre:il Patek Philippe 2526. Questo modello non molto noto è stato il primo Patek Philippe con movimento automatico: la prestigiosa maison ginevrina sceglie di montarlo, nel 1953, nella sua cassa Calatrava, essa stessa una pietra miliare per l’azienda.

Vediamo allora perché questo particolare orologio può tuttora essere considerato uno dei massimi vertici dell’arte orologiera.

La cassa del Patek Philippe 2526

Il Patek Philippe 2526 è un classicissimo orologio da sera di Patek Philippe. A un primo sguardo risulta simile a molti altri Calatrava: la cassa elegante e senza tempo racchiude un ben bilanciato quadrante con secondi a ore 6, non “sporcato” da finestre del datario o altre complicazioni. Il diametro, come si conviene a un segnatempo elegante degli anni Cinquanta, è di 36 millimetri. Ma il Patek Philippe 2526 racchiude molte peculiarità che lo rendono unico.

La prima caratteristica che balza all’occhio osservando il Patek Philippe 2526 è la sua cassa. Sinuosa, elegante, porta le linee senza tempo della collezione Calatrava. Guardandola di lato e sotto, però, notiamo due caratteristiche innovative per l’epoca. Anzitutto, questa cassa è più spessa delle altre, per il motivo che vedremo nel prossimo paragrafo. Ma l’aspetto più sorprendente della cassa del Patek Philippe 2526 è il fondello a vite: un’innovazione che fino a quel momento era stata coperta da brevetti Rolex, segnatamente dalla sua celebre cassa Oyster.

Altra caratteristica del Patek Philippe 2526 è la corona di carica con la doppia P, che viene ripresa all’interno dell’orologio, nel movimento.

Il movimento: un capolavoro di meccanica

Andando più a fondo nell’esplorare questo orologio, scopriamo il motivo del maggior spessore della cassa: al suo interno è infatti presente un movimento a carica automatica. Questo è il punto di forza del Patek Philippe 2526: si tratta del primo orologio a carica automatica con rotore centrale prodotto dalla prestigiosa maison ginevrina, dopo vent’anni dal lancio del primo Rolex Perpetual. Patek Philippe ha dovuto aspettare tanto per realizzare un movimento dotato di rotore centrale – oggi divenuto lo standard in tutti i movimenti a carica automatica – per una semplice ragione: il brevetto di Rolex per il Perpetual aveva durata ventennale. Dovendo realizzare un orologio di prestigio elevato, in grado di distinguersi da quanto già visto in casa Rolex, Patek Philippe sceglie di realizzare quello che forse è il miglior movimento solotempo a carica automatica di sempre. Il superlativo livello di finitura presente sulla massa oscillante è il segno visibile della cura posta da Patek Philippe nel realizzare il 2526. Ogni componente è realizzato con una cura anche estetica di primissimo livello: la cosa è tanto più notevole quando si pensa che il fondello era in oro, non in vetro! Quindi la scelta di creare un oggetto perfetto anche nell’apparenza, pur sapendo che non sarebbe stato visibile, è segno della complessiva cura posta dalla maison di Ginevra in questo orologio. 

In questo movimento viene introdotto inoltre per la prima volta il bilanciere Gyromax, innovazione fondamentale di Patek Philippe: si tratta di una ruota del bilanciere in cui le viti di regolazione sono sostituite da pesi girevoli. Questo consente di effettuare regolazioni estremamente precise, riduce l’attrito con l’aria – ricordiamo che un bilanciere oscilla molte volte in un secondo, a velocità tale da non essere visibile all’occhio umano – e aumentare il diametro della ruota, priva di sporgenze esterne, a parità di dimensione del movimento. Una ruota più grande, aerodinamica e meglio bilanciata rende l’orologio più preciso.

Se il logo con la doppia P impresso sul bellissimo rotore di carica del 2526 vi è familiare, non sbagliate: è stato recentemente ripreso da Patek Philippe come sigillo di qualità interno per i suoi segnatempo. Un tributo, se vogliamo, a un orologio, il 2526 appunto, che ha segnato un’epoca per Patek.

Il quadrante smaltato del Patek Philippe 2526

Ma non basta: anche sul fronte estetico Patek Philippe decide di realizzare, con il 2526, un oggetto destinato a fare la storia dell’orologeria. Il quadrante è infatti realizzato in smalto a doppia cottura. La ragione per utilizzare questo materiale è una sola: non ne esiste un altro in grado di resistere alla perfezione al passare del tempo. I quadranti dei Patek Philippe 2526 oggi sono identici a quando sono usciti di fabbrica, settant’anni fa: a differenza di qualunque altro quadrante vintage, lo smalto non conosce “viraggio”. Chi scrive pratica per passione personale l’oreficeria nel contesto della rievocazione storica medievale, e conosce bene la difficoltà nel realizzare gli smalti: un piccolo errore nel raffreddare il materiale troppo in fretta e lo smalto si crepa, sbagliando per eccesso di calore si fonde il supporto metallico su cui la finissima polvere di vetro colorato, destinata a divenire smalto solo dopo la cottura, viene collocata a mano. Oggi solo poche edizioni limitate utilizzano quadranti in smalto: ebbene, il Patek Philippe 2526 aveva un quadrante in smalto di serie.

Conclusioni

Il Patek Philippe 2526 è un orologio poco considerato sul mercato collezionistico. L’interesse va soprattutto ai più snelli Calatrava a carica manuale, in particolar modo a quelli degli anni Trenta.

Questo modello presenta però delle caratteristiche di tutto rispetto: il primo Patek Philippe automatico risulta ancora oggi attualissimo, grazie ad un movimento innovativo, al quadrante in smalto e all’intramontabile eleganza della cassa Calatrava. Non a caso, questo orologio fu scelto come segnatempo personale nientemeno che da Enrico Mattei, uno dei padri del miracolo economico italiano.

Questi orologi si trovano a prezzi tutto sommato non eccessivi per le loro qualità. Chi intende collezionare Patek Philippe vintage dovrebbe certamente farci un pensierino…

 

 

 

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