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Daytona contro Speedmaster

Dr. N

L’ora della Luna – gli orologi della corsa allo spazio

Rolex Cosmograph Daytona

Negli anni successivi alla conclusione del secondo conflitto mondiale, l’Unione Sovietica e gli Stati Uniti si sfidano in un duello a tutto campo, per la conquista del primato globale.

La più affascinante delle rivalità tra i due giganti è certamente quella vissuta nello spazio. È l’URSS a conseguire i primi, grandi successi in questa competizione: il primo satellite e il primo astronauta furono rispettivamente lo Sputnik e Yuri Gagarin.

L’America non resta certo a guardare, e il presidente Kennedy annuncia, all’inizio degli anni Sessanta, che gli USA avrebbero portato un uomo sulla Luna (riportandolo poi indietro) entro la fine del decennio. È una sfida di proporzioni immense, che richiede la mobilitazione di enormi risorse, in tutti i campi, in America e non solo.

Orologi nello spazio

Anche il mondo dell’orologeria viene coinvolto nella corsa allo spazio. La necessità è quella di disporre di cronometri affidabili, precisi, e soprattutto abbastanza robusti da superare indenni le condizioni di vuoto assoluto e freddo estremo. Il campo delle possibili opzioni si restringe alle poche aziende occidentali in grado di garantire l’affidabilità necessaria: Longines, Rolex e Omega.

Vero è che il blocco sovietico ha i suoi produttori di orologi, che sono già andati nello spazio. Ma, nel clima della Guerra Fredda, non si può certo chiedere ai sovietici di fornire orologi agli americani…

Tutti sanno che alla fine, la NASA seleziona per le missioni Apollo l’ormai celebre Omega Speedmaster, che reca ancor oggi il soprannome di “Moonwatch“. Meno noto è il “volto Rolex” della storia, che racconteremo qui.

Rolex contro Omega: il Daytona e lo Speedmaster

Rolex ha, già negli anni Sessanta, una meritata fama di robustezza, derivante dalla sua indubbia qualità costruttiva. Gli orologi Rolex sono stati scelti da grandi avventurieri e uomini di scienza. Tra questi, ricordiamo Sir Edmund Hillary che porta il Rolex Explorer sull’Everest, o i sommozzatori con il Rolex Submariner, Vi sono poi gli esploratori della fossa delle Marianne, scesi nell’abisso più profondo del pianeta con un Rolex Deep Sea Special agganciato all’esterno del batiscafo Trieste, nel 1960. Ancora, gli scienziati del CERN, negli anni Cinquanta indossano i Rolex Milgauss. 

Rolex viene coinvolta fin dall’inizio, assieme ad Omega, nella gara per realizzare l’orologio che gli astronauti avrebbero indossato sulla Luna. Fin dall’inizio Rolex credette moltissimo nell’impresa, tanto da battezzare il suo cronografo “Rolex Cosmograph Daytona“, indicandolo come adatto sia ai cosmonauti che ai piloti professionisti che gareggiavano sulla pista di Daytona. Paradossalmente, la rivale battezzò il suo cronografo “Omega Speedmaster“, ritenendo che sarebbe stato ambito soprattutto dagli amanti della velocità su quattro ruote.

I test della NASA, nei quali si affrontarono il Longines-Wittnauer 242T, il Rolex Daytona e l’Omega Speedmaster, vedono emergere l’Omega Speedmaster come il più robusto e affidabile dei tre orologi. Successivamente, l’Omega Speedmaster viene sottoposto ad alcune modifiche, su richiesta della NASA, come l’aggiunta di una ghiera girevole graduata sulle 24ore e l’utilizzo di pulsanti più grandi per il cronografo.

Una curiosità: l’esemplare di Omega Speedmaster indossato da Buzz Aldrin durante la missione Apollo 11 dovrebbe essere esposto al Museo Smithsonian. Viene però rubato durante un trasferimento nel 1970. Il destino dell’Omega Speedmaster di Aldrin è tuttora ignoto, e costituisce uno dei misteri dell’orologeria contemporanea.

 

Omega Speedmaster

Nella foto: Buzz Aldrin a bordo dell’Apollo 11, con il suo Omega Speedmaster in bella mostra

 

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