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Crisi economica e lusso – Parte 1

Dr. N

Come si svilupperà la crisi economica conseguente alle misure prese dai governi durante la diffusione del Coronavirus? Il mercato degli orologi di lusso ne sarà coinvolto? Se sì, in che modo?

Scopriamolo in questo articolo, dove cercheremo di comprendere le tendenze economiche, il contesto sociale e come queste potrebbero influire sui due valori principali del mercato del lusso: orologi e metalli preziosi.

Il contesto economico

La crisi economica causata dalle misure poste in atto, soprattutto in Occidente, durante la diffusione del Coronavirus, ha colpito in misura sproporzionatamente elevata le classi medie lavoratrici. La possibilità di lavorare a distanza non è infatti accessibile a tutti. Chi ha un impiego di concetto, altamente qualificato, non incontra soverchia difficoltà nell’adattarsi a lavorare da casa propria, anziché da un ufficio: si interfacciava con un computer prima, continua a farlo adesso.

I problemi sorgono invece quando si tratta di persone che svolgono lavori meno retribuiti – ma non per questo meno utili, anzi: il mondo andrebbe avanti senza chi sta scrivendo queste righe, ma non senza contadini che lo sfamino…-. Molti di questi impieghi, sia nei settori primario e secondario – pensiamo a coltivatori, allevatori, casari, operai del tessile, saldatori, idraulici… – che in quello dei servizi – sovvengono figure quali assistenti agli anziani e ai disabili, governanti per i bambini, negozianti al dettaglio, operatori della ristorazione… – non hanno la possibilità fisica di essere svolti da casa. Volenti o nolenti, la gran parte dell’economia di un Paese sviluppato poggia sui consumi della classe media.

Cosa accade dunque quando la classe media, causa mancata percezione dei redditi, contrae i consumi? Tutta l’economia rallenta, in una spirale auto-alimentantesi che coinvolge soprattutto chi vive di commercio al dettaglio e i produttori medi e piccoli, che non hanno la possibilità di ricercare mercati di sbocco esteri. In altre parole, la classe media è la più colpita sia dalla fase iniziale di questa crisi che dalle sue conseguenze.

La caduta dell’indice S&P americano, benché indicativa dei corsi azionari, ci dà un’idea del parallelismo tra la crisi del 1929 e quella di oggi

 

Le conseguenze della crisi sulle grandi ricchezze

Vediamo ora quali conseguenze può avere la crisi sulle grandi ricchezze. Ce ne occupiamo perché sono questi i soggetti che maggiormente muovono il mercato del lusso

A rigor di logica, i possibili scenari sono due: oggi vedremo il primo, quello più “ottimista”, ossia quello in cui la classe media, colpita dalla crisi, viene soccorsa dalle autorità statali in modo da preservarne il tenore di vita.

Ipotizziamo dunque una serie di stimoli keynesiani volti a garantire la piena occupazione. Questa ipotesi è basata su quanto accaduto in passato dopo la crisi del 1929, l’unica paragonabile per impatto a quella presente. Le politiche di spesa pubblica a deficit volte a generare piena occupazione comportarono, una volta raggiunta la suddetta piena occupazione, una certa inflazione.

Se questo quadro si ripetesse, saremmo davanti ad una situazione in cui la classe media vedrebbe ripartire il proprio potere di acquisto grazie ai salari derivanti dalla piena occupazione, mentre le classi alte vedrebbero messi a rischio i propri risparmi a causa dell’inflazione: la soluzione cui le classi alte ricorrerebbero per salvaguardarli sarebbe presumibilmente acquistare beni in grado di fungere da riserva di valore. Oro, orologi di lusso e proprietà immobiliari di pregio potrebbero essere alcuni degli obiettivi di acquisto per chi ha risparmi e vuole tutelarli dall’inflazione.

Dati Confindustria sul crollo del PIL italiano a seguito della crisi

Quindi cosa accadrebbe sul mercato orologiero?

Nel caso “keynesiano” sopra analizzato, quello che accadrebbe al mercato orologiero ricorderebbe gli anni della Prima Repubblica. La diffusione generalizzata della ricchezza porterebbe uno stimolo notevole al benessere della classe media, la quale investirebbe il suo nuovo reddito anche in beni voluttuari quale l’orologio di lusso di fascia media e medio-bassa. Ne beneficierebbero marchi come Longines, Tudor o Cartier.

Anche la fascia alta del mercato orologiero verrebbe coinvolta da un incremento delle richieste, non tanto per l’accresciuta domanda da parte di soggetti di classe media, quanto per la sopravvenuta necessità delle classi alte di salvaguardare i propri risparmi dall’inflazione. Un sistema economico quale quello previsto dalla nostra Costituzione – basti vedere l’articolo 3, co 2 – prevede la piena occupazione, la quale è intrinsecamente causa di inflazione. Senza allargare troppo il discorso, possiamo dire che l’alternativa è tra una moneta forte e il benessere diffuso: non possono aversi assieme. In questo articolo abbiamo visto l’ipotesi economica costituzionalmente orientata, in cui lo Stato interviene per portare alla piena occupazione come avvenuto nella Prima Repubblica. È una scelta politica, questa di privilegiare il benessere diffuso a scapito della tutela di chi detiene grandi ricchezze. Scelta che sarebbe costituzionalmente obbligata, ma nulla è scontato, anzi: analizzando quanto accaduto negli ultimi tre decenni, riteniamo più probabile una seconda ipotesi.

Quale è dunque questa misteriosa seconda ipotesi? Seguiteci nel prossimo articolo per saperlo!

 

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