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Patek Gyromax vs Rolex Microstella

Dr. N

Cosa c’entra l’aerodinamica con la raffinata orologeria di precisione? E come può la forma di un componente interferire col flusso dell’aria al punto di alterare la marcia di un movimento meccanico?

Abbiamo appreso nel precedente articolo le ragioni della scelta di optare per un bilanciere a spirale libera compiuta da Patek Philippe e da Rolex a metà Novecento. Qui vediamo in maggior dettaglio le scelte tecniche di queste due Case simbolo dell’orologeria di lusso.

Scopriamo allora insieme la curiosa storia di come il lavoro in un contesto inusuale da parte di progettisti e ingegneri, verso la metà del secolo scorso, ha portato a innovazioni tuttora sulla cresta dell’onda. I protagonisti del nostro racconto sono due pesi massimi dell’orologeria di lusso: Patek Philippe e Rolex.

Il Gyromax di Patek Philippe

Per affinare ulteriormente la precisione del bilanciere, che è l’organo regolatore della marcia dell’orologio, Patek Philippe si concentra sull’aerodinamica. Per quale motivo si sceglie di focalizzarsi su un aspetto apparentemente marginale? Il bilanciere oscilla a migliaia di alternanze orarie. Questo si traduce in una notevole velocità tangenziale della parte più esterna del bilanciere: la presenza di sporgenze in questo caso ha una incidenza sull’aerodinamica.

Un ulteriore vantaggio della soluzione adottata da Patek Philippe, denominata Gyromax, è la maggior compattezza del sistema di regolazione: esso non incide sul diametro esterno del bilanciere. Questa scelta progettuale permette di realizzare un bilanciere dal diametro complessivo maggiore, garantendo quindi una precisione superiore – più è grande il bilanciere più regolare sarà l’oscillazione -.

La soluzione a spirale libera di Patek Philippe: il bilanciere Gyromax

Il Gyromax di Patek Philippe funziona rallentando o accelerando la marcia del bilanciere grazie alla rotazione dei pesi collocati sul perimetro del bilanciere. Quando la parte cava del peso – la tacchetta segnata in bianco nell’immagine schematica qui sotto – viene rivolta verso l’esterno, il peso è concentrato più vicino al centro del bilanciere. Come un pattinatore che si rannicchia durante una piroetta sul ghiaccio, il bilanciere si troverà a girare più velocemente, a causa della concentrazione della massa in prossimità del centro di rotazione.

Discorso inverso vale per il caso in cui il peso sia ruotato con la parte cava verso l’interno: questo equivale infatti ad aumentare il diametro del bilanciere e ridurne la velocità di rotazione.

Il bilanciere Microstella di Rolex

Anche Rolex, quasi un decennio dopo Patek Philippe, adotta il bilanciere a spirale libera. La soluzione scelta da Rolex è il c.d. sistema “Microstella“. Rispetto ai pesi piatti del Patek Philippe Gyromax, il Rolex Microstella si caratterizza per una costruzione più vicina a quella tradizionale dello scappamento a spirale libera. Anche in questo caso, infatti, il bilanciere è provvisto di pesi a vite montati sul perimetro del bilanciere.Solo che, a differenza della soluzione a spirale libera consueta, qui i pesi sono montati lungo la parte interna della circonferenza. Questa scelta comporta una migliore aerodinamica – anche se non ai livelli del Patek Philippe Gyromax – e un minor ingombro esterno, tale per cui si può realizzare un bilanciere più grande senza che i pesetti di regolazione interferiscano con il movimento.

Per regolare il bilanciere Microstella di Rolex si utilizza un utensile apposito, che avvita o svita i pesetti, portandoli più o meno lontano dal centro di rotazione e, così, rallentando o accelerando il moto del bilanciere.

Rolex e Patek Philippe, innovazioni a confronto

Entrambi gli scappamenti adottati da Rolex e Patek Philippe si presentano come valide migliorie di quella che è già una raffinatezza in orologeria, vale a dire il bilanciere a spirale libera. Che si scelga la più aerodinamica e raffinata soluzione Gyromax di Patek Philippe o che si opti per la Microstella di Rolex, più simile al sistema di spirale libera “tradizionale”, si cade comunque in piedi: si tratta in ambo i casi di soluzioni tecniche di indubbia validità.

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