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Ora legale

L’ultima domenica di marzo, in Italia e in altri Paesi, prevalentemente occidentali, viene adottata l’ora legale, che persiste fino all’ultima domenica di ottobre. In regime di ora legale, ci si posiziona sessanta minuti più avanti rispetto all’orario reale, quello solare. La mattina dell’ultima domenica di marzo, si passa dalle 01.59 alle 03.00, anziché alle 02.00; processo inverso accade al mattino dell’ultima domenica di ottobre, quando si passa dalle 2.59 alle 2.00, anziché alle 3.00.

I pretesti con cui l’anomalia di misurare il tempo secondo l’ora legale, discostandosi quindi dal naturale andamento del sole, viene giustificata, sono piuttosto noti e non ne tratteremo qui, essendo sufficiente dare un’occhiata a qualunque articolo di giornale per esserne resi edotti.

Quel che ci interessa scoprire è: perché dobbiamo regolare l’orologio? Con tutte le complicazioni che l’ingegno degli orologiai ha inventato, per quale ragione non ve n’è una che attui il passaggio all’ora legale nell’ultima domenica di marzo e il ritorno all’ora solare l’ultima domenica di ottobre?

Scopriamolo assieme.

L’ora legale: la storia

L’ora legale viene introdotta nella Prima Guerra Mondiale per consentire un risparmio di energia elettrica in tempo di guerra. Come spesso capita con provvedimenti introdotti con giustificazioni emergenziali, diventa parte delle abitudini di vita comuni. L’applicazione di questo sistema però non è uniforme: la neutrale Svizzera ne resta fuori sino al 1981, mentre la Russia ne è recentemente uscita per tornare all’ora solare. Gli Stati Uniti l’hanno adottata solo negli anni Settanta e non è detto che non la abbandonino in futuro.

Solo i Paesi in azzurro adottano l’ora legale

L’ora legale come complicazione

L’orologio meccanico, in linea teorica, potrebbe essere tranquillamente predisposto per adattarsi al cambio di ora legale/solare.

Perché allora una complicazione così utile non viene implementata negli orologi più raffinati?

Le ragioni sono molteplici.

Perché non si costruiscono orologi con complicazione dell’ora legale

Gli orologi meccanici sono costruiti con l’idea di durare indefinitamente a lungo nel tempo. Per questa ragione, non si ritiene di realizzarne di dotati di una complicazione che fra qualche decennio potrebbe diventare inutile, se non dannosa. Dannosa, perché qualora venisse abolita l’ora legale, ci si ritroverebbe con un segnatempo che per metà dell’anno segna l’ora errata. La scelta di utilizzare l’ora legale, in altri termini, è una decisione troppo recente e e incerta per vincolare la costruzione di un orologio meccanico a questa scelta. Non è peraltro del tutto improbabile che l’ora legale venga abbandonata in futuro, come ha già fatto la Russia.

Non è nemmeno da trascurare il dato di fatto che l’orologeria delle grandi complicazioni è di base in Svizzera: Paese che ha adottato l’ora legale solo quarant’anni fa, e che potrebbe recedere da questa decisione in futuro.

Conclusioni

L’orologio meccanico, costruito con l’idea di essere in potenza durevole sino alla fine dei tempi, non può assoggettarsi a una decisione politica variabile e incostante come quella dell’ora legale. A questo si aggiunga che molti mercati orologieri importanti, quali Cina, Giappone, Russia, India o Brasile, non adottano il cambio d’ora.

 

Dr. N

 

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