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Le spirali in silicio

La spirale è una delle parti più delicate e sensibili del movimento di un orologio. Si tratta di una sottilissima lamina metallica, dal diametro pari a due terzi circa di quello del bilanciere. La sua funzione è quella di fornire l’impulso di ritorno al bilanciere, il quale viene spinto dalla forchetta dell’ancora svizzera, a sua volta messa in moto dalla ruota di scappamento collegata al bariletto di carica.

La spirale si contrae e si espande più volte al secondo, e le sue spire sottili sono vicinissime le une alle altre. È essenziale evitare che si incollino tra loro, a causa della presenza di sporco o della magnetizzazione. Il primo problema è tenuto a bada da casse impermeabili e dalla professionalità dell’orologiaio, che lavora sempre in un ambiente privo di impurezze. Il secondo, però, è di difficile risoluzione.

Vediamo allora quali soluzioni sono state trovate per proteggere le spirali dai campi magnetici.

La magnetizzazione della spirale e come prevenirla

Una controcassa interna in ferro dolce è il mezzo più semplice per rendere gli orologi e, in particolare, le loro spirali, resistenti ai campi magnetici. Tuttavia, questa soluzione comporta un incremento dello spessore della cassa, non risultando quindi sempre auspicabile, soprattutto in orologi già spessi per ragioni costruttive, come gli automatici o i subacquei.

La soluzione al rischio di magnetizzazione della spirale del bilanciere non può che essere ricercata nella modalità di realizzazione della spirale stessa. Scegliendo materiali il meno possibile sensibili ai campi magnetici, si può contenere la perniciosità dell’esposizione ai campi elettromagnetici generati da computer, cellulari, elettrodomestici, ed ogni altro oggetto alimentato dalla corrente elettrica che, per sua natura, emette campi magnetici.

I nuovi materiali

Trovare il materiale adatto per realizzare spirali non vulnerabili ai campi magnetici non è però semplice. Il materiale di una spirale convenzionale è già di per sé frutto di attenta ricerca: l’orologio è soggetto a urti, capovolgimenti, variazioni di temperatura che possono incidere sulla deformazione del metallo della spirale, e gli orologiai hanno via via sviluppato leghe adatte a resistere a questo tipo di minacce. Ogni alterazione alla lega di cui la spirale è fatta è estremamente rischiosa, perché comporta la possibilità di perdere le doti già acquisite con l’esperienza passata.

Alcuni produttori hanno scelto la via dei nuovi materiali derivati dall’industria informatica. Parliamo delle spirali in silicio, adottate per esempio da Omega e Tudor. Questo materiale presenta il pregio di resistere, come una normale lega per spirali, a tutte le sollecitazioni ordinarie: ma non essendo un metallo, è indifferente alla presenza di campi magnetici. Questa caratteristica si chiama amagneticità.

Il difetto delle spirali in silicio è insito nella caratteristica che le rende pregevoli, ossia il non essere realizzate in metallo. Le leghe di silicio sono sì provviste di doti meccaniche apprezzatissime in orologeria, ma sono estremamente fragili. Non è raro che durante una revisione un movimento lievemente errato dell’orologiaio possa ridurle in polvere.

Un altro difetto delle spirali in silicio, stavolta rilevante in ottica futura, è la non certezza della disponibilità di questi materiali in futuro. L’industria che li produce, quella dell’elettronica, è infatti in costante aggiornamento, e in alcuni comparti già si pensa di abbandonare il silicio in favore di materiali più prestanti, come i nanotubi di carbonio. Data la natura dell’orologio meccanico, ossia quella di un oggetto indefinitamente manutentabile nel tempo, che in teoria può sempre essere riparato da un orologiaio abbastanza abile da realizzare i pezzi usurati o rotti, è evidente che sorge un problema. La spirale in silicio, a differenza di quelle in lega metallica, non può essere prodotta da un artigiano: richiede un apparato industriale specificamente dedicato alla lavorazione del silicio. Quando questi materiali non saranno più economicamente interessanti – e questo potrebbe accadere anche solo fra pochi decenni -, non sarà più possibile riparare gli orologi meccanici che integrano componenti in silicio.

Le spirali in silicio: quale futuro?

Certo, in teoria un orologiaio del futuro potrebbe sostituire una spirale in silicio danneggiata con una in lega metallica, curando che essa abbia l’identico periodo di oscillazione di quella sostituita; ma si tratterebbe in questo caso di realizzare un orologio in parte diverso da quello iniziale, non di manutentarne uno esistente rimpiazzandone le componenti con altre perfettamente identiche all’originale.

Un ultimo problema con le spirali in silicio è che non sappiamo quanto possano durare nei decenni e nei secoli. Questo materiale è talmente nuovo che non ci sono dati certi sulle sue qualità meccaniche nel lungo periodo.

Ecco perché, nel prossimo articolo, andremo alla scoperta di altre soluzioni tecniche che Case come Rolex e Omega hanno recentemente introdotto sui loro orologi meccanici per rendere la spirale sempre più resistente alle sollecitazioni.

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