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Fai da te: il Vostok Amphibia – Parte 1

Dr. N

Il vostro corrispondente ha avuto modo di provare di persona un orologio di cui vi ho già parlato, il Vostok Amphibia. È un orologio meccanico a carica automatica, di produzione russa, subacqueo – o almeno, così dovrebbe essere -. Una piccola disavventura in piscina ha portato ad alcune scoperte interessanti…

Cos’è il Vostok Amphibia?

Il Vostok Amphibia è il diver meccanico più economico sul mercato. Si tratta di un orologio meccanico a carica automatica sviluppato, nella sua forma attuale, negli anni Ottanta, ma i cui concetti fondamentali risalgono al 1967.

È in tutti i sensi un vero e proprio orologio vintage rimasto in produzione fino ad oggi, sfidando il tempo e le innovazioni tecnologiche degli altri produttori. Come visto in questo articolo, ancora oggi gli Amphibia vengono realizzati con le tecnologie di quarant’anni fa: vetro plexi, cassa di diametro non grandissimo, ottima leggibilità.

In epoca sovietica, la produzione del Vostok Amphibia serve anzitutto a soddisfare le necessità dei militari. Pertanto, il controllo di qualità era piuttosto valido, e la componentistica risultava praticamente sempre all’altezza delle aspettative. L’effetto di questa impostazione è evidente negli orologi di epoca sovietica: si tratta di oggetti di grande affidabilità, robusti, che marciano anche dopo decenni senza alcuna manutenzione. La loro precisione, pur inferiore rispetto alle più raffinate – e costose – produzioni elvetiche, resta comunque accettabile per il normale uso quotidiano.

Con il crollo dell’unione Sovietica, le aziende orologiere – come tutti i complessi produttivi prima statali – vengono privatizzate. Non riuscendo a pagare i fornitori, lo Stato cede loro le quote azionarie. I fornitori si trovano quindi a dover gestire la vendita di un prodotto che tutto sommato non hanno grande interesse ad alterare, dato che innovarlo comporterebbe dover apportare mutamenti nelle proprie linee produttive. Negli anni Novanta, in Russia, la valuta estera è il bene più ricercato; pertanto ci si concentra sulle esportazioni. Non vi sono denari da investire per aggiornare le produzioni, e questo in un certo senso è un bene, perché quel che di buono c’era viene preservato.

Vengono però fatte alcune economie, e di queste voglio parlarvi.

Il “problemino” del Vostok Amphibia

A causa delle difficoltà finanziarie di cui si è accennato sopra, il Vostok Amphibia viene sottoposto ad alcune semplificazioni produttive. Si cessa di costruire la versione a carica manuale con controcassa interna antimagnetica, ritenendo che il pubblico che desidera un orologio a carica manuale possa essere soddisfatto dal Vostok Komandirskie, ancor più economico dell’Amphibia, ma realizzato con una cassa in ottone cromato e impermeabile fino a sole tre atmosfere.

I Vostok Amphibia di produzione corrente sono dunque tutti dotati di cassa in acciaio, movimento automatico di manifattura Vostok, ghiera girevole bidirezionale senza scatti in ottone cromato, vetro plexi, fondello con anello filettato – concettualmente forse superiore agli stessi fondelli a vite – e corona a vite. Quest’ultimo componente è stato causa della disavventura di cui ora vi racconterò.

Una nuotata in piscina con un orologio subacqueo non dovrebbe certo essere un problema, eppure, dopo qualche tuffo e un po’ di bracciate, il vostro corrispondente ha notato la formazione di un poco simpatico alone interno al vetro. La soluzione immediata è stata quella di lasciare l’orologio con la corona svitata esposto al sole, per far asciugare una parte dell’umidità. Il resto del lavoro è stato fatto a casa, rimuovendo il fondello e passando l’asciugacapelli sul vetro dell’orologio facendo attenzione a tenere una temperatura non troppo alta, una distanza di una ventina di centimetri almeno tra il phon e l’orologio ed il movimento rivolto verso l’alto, cosicché il flusso dell’aria calda non andasse a surriscaldare le parti meccaniche. È una procedura che va eseguita con grande cautela, da evitare se l’orologio è costoso o se non siete pratici: quindi, non mi assumo alcuna responsabilità per eventuali manipolazioni improprie…

Nella seconda parte, scopriremo se e come è stato risolto il problema.

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