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Cinque domande a… Greco Orologi

Redazione Chronosect

Noi di Chronosect ci impegniamo sin dai nostri inizi nel dare un volto e un nome ai nostri Venditori Certificati, al fine di creare e rafforzare i rapporti venditore-cliente. Oggi abbiamo il piacere di discorrere con Luciano Greco, giovane esponente di un’attività familiare d’eccezione: la Greco Orologi, che nell’estate 2021 festeggerà i cento anni di attività nella sua storica sede di La Spezia e i quattro della boutique fiorentina. 

Parlateci di voi. Siete commercianti o concessionari? Com’è il rapporto fra voi e la vostra clientela, nei vostri due punti vendita di La Spezia e Firenze?

Innanzitutto, noi di Greco Orologi, per volontà di mio padre, che fa questo mestiere da circa trent’anni, non siamo concessionari di alcun marchio. La nostra scelta è di essere battitori liberi, privi di vincoli: la passione di mio padre nasce dal collezionismo personale e non ci piace l’idea di essere costretti a preferire un orologio a un altro solo per il marchio che porta. Amiamo trattare il vintage e il secondo polso. Siamo basati in Via Chiodo 39, a La Spezia, una cittadina ligure di circa centomila abitanti, e abbiamo aperto quattro anni fa un punto vendita a Firenze, in Via dei Bardi, proprio accanto a Ponte Vecchio. La boutique della città dei Medici, aperta in collaborazione con Claudio Albano, si chiama In Time: è un gioiellino che ci ha dato belle soddisfazioni. La struttura di La Spezia, quella storica della mia famiglia, è più ampia, di trecento metri quadri, e occupa cinque persone.

Firenze è a un’ora d’auto da La Spezia, ma i due mercati non potrebbero essere più diversi. Firenze è una città splendida, molto turistica, che ha preso una pesante batosta a causa delle restrizioni ai viaggi di questo periodo. Per assurdo, La Spezia, città più piccola e di provincia, ha subìto molto meno la crisi: attualmente vendiamo più a La Spezia che a Firenze, al contrario degli anni passati. A Ponte Vecchio la vista è sconcertante: non c’è una persona per strada. Il poco lavoro di questo periodo, fortunatamente un lavoro di qualità, lo portiamo avanti con alcuni clienti locali fidelizzati negli anni passati. Il cliente turista, prevalentemente straniero e orientato ad acquistare come ricordo della sua visita un orologio nuovo o, se di secondo polso, comunque moderno, ha lasciato il posto al cliente locale, interessato, nel nostro caso, al vintage.

Finché si parla di orologi moderni, che si possono trovare ovunque, nessuno si muove dalla propria città per comprarli: un Submariner moderno è sempre un Submariner moderno, che lo si trovi a Palermo o a Milano. Abbiamo visto invece che il vintage è in grado di scaldare i cuori degli appassionati e di farli muovere: noi abbiamo clienti da tutta Italia che vengono qui per prendere in mano il loro “nuovo” orologio d’epoca. Chi compra un vintage, oggi, cerca un orologio completamente originale e in ottime condizioni. Un vintage che soddisfa questi requisiti si può vendere, di fatto, a qualunque prezzo. Il cliente cerca l’orologio di alta qualità ed è disposto a pagarlo.

“Ogni orologio ha il suo polso”: questo il motto di Greco Gioielli e del suo staff.

 

Questa forza del vintage è anche un vantaggio per i laboratori, vero? I quali possono mettere a posto gli orologi da rivendere…

Sì e no. Un’altra richiesta fondamentale dell’appassionato di vintage è che l’orologio sia mai toccato, che non sia mai stato lucidato e che non sia mai stata rimpiazzata la ghiera o altre parti. L’orologio deve essere integro, coevo, come si dice in gergo: vale a dire, il più possibile vicino a com’era quando è uscito dal concessionario quaranta, cinquanta o sessanta anni fa.

Ci sono orologi vintage che, se intonsi, meglio ancora se dotati di corredo, sono richiestissimi, risentendo quindi del fenomeno della tesaurizzazione. Ormai diventano orologi da investimento, tanto quanto accade nel nuovo. Parlo di classici come i Patek Philippe Nautilus, i Rolex Daytona a carica manuale, il Royal Oak 5402 di Audemars Piguet. Anzi, devo dire che la crisi recente porta sempre più risparmiatori a comprare, inscatolare e mettere via gli orologi, come forma di investimento.

A questo proposito, veniamo a un tasto dolente: i prezzi degli orologi Rolex, soprattutto gli sportivi. Sono a suo avviso giustificate quotazioni come quella del Rolex GMT che si vende al doppio del listino?

No, ritengo che prezzi simili non siano giustificati. I Rolex moderni, come Submariner, Datejust o GMT, noi ovviamente li trattiamo e continuiamo a venderli: ma se entra in negozio un cliente affezionato o un amico, chiedendomi “Tu prenderesti come investimento questo Rolex sportivo nuovo?”, io gli rispondo che non lo comprerei. Ritengo che i prezzi dei Rolex con ghiera ceramica siano a un livello troppo alto. Certo, se qualcuno compra questi orologi perché sono in linea con il suo gusto e vuole portarli, va benissimo. Ma comprare un GMT Pepsi a diciassettemila euro con la speranza che tra cinque anni salga ancora? No, non è qualcosa che consiglierei. Rolex è una manifattura industriale, non sembra ma producono veramente molti pezzi, non sono oggetti rari: pagarli il doppio del listino sperando che salgano ancora, ci sono investimenti migliori. Personalmente, se mio padre e io dobbiamo investire e collezionare qualche pezzo, anche a fini speculativi, andiamo a rivolgerci al vintage: per nostra vocazione e perché non crediamo nel valore di investimento dei Rolex sportivi moderni.

Questo è un fenomeno interessante: anche noi ne avevamo parlato in un articolo, “Il curioso caso del Dottor Patek e di Mister Rolex“. Può raccontarci un aneddoto in particolare?

Sì, proprio di recente è entrato nel nostro negozio un giovane avvocato della nostra città, desideroso di comprare il suo primo orologio, chiedendo di prendere un orologio che fosse sia di qualità che valido come investimento. Gli ho dapprima mostrato i consueti Rolex, illustrandogli i prezzi. Poi gli ho detto “ora ti faccio vedere qualcosa che piace a me, allo stesso prezzo se non meno rispetto a questi sportivi”, e gli ho tirato fuori dei classici: un Audemars Piguet Edward Piguet di forma, con cassa in oro rosa con cinturino in coccodrillo, un cronografo Longines dalla meccanica importantissima, dotato di movimento 30CH e con quadrante bitonale dalla doppia scala tachimetrica… Insomma, orologi differenti e particolari, che costano meno di un Rolex Submariner in acciaio referenza 16610. Con mia soddisfazione, il cliente si è orientato su uno degli orologi “alternativi”.

Cosa porta al polso in questo momento e cosa vorrebbe che le chiedesse un cliente che entra nel suo negozio?

Al polso ho un Girard Perregaux, con una cassa di forma, in acciaio e quadrante color jeans in pietra dura, al quarzo, un orologio da mille euro, ma che metto con piacere e che esce un po’ dagli schemi. Qui da Greco Orologi si tratta di tutto, da oggetti da mille euro ai calendari di Patek Philippe. Da piccolo, quando mio padre mi mostrava gli orologi e io dicevo “Bello questo, brutto quest’altro”, mi sentivo rispondere che non esistono orologi belli o brutti, e che quando avessi imparato a capire e amare il mondo dell’orologio, avrei compreso che ogni orologio ha il suo polso. Non esiste un orologio che non si possa vendere: al prezzo giusto, si vende tutto.

Da un cliente che entra nel mio negozio, mi piacerebbe sentirmi domandare perché ho scelto di fare questo mestiere. È la passione che mi ha trasmesso mio padre, ed è un onore seguire le sue impronte e consolidare il mestiere di quattro generazioni. Per me è un onore portare avanti con i miei familiari questa attività che festeggerà cento anni in estate. Per Greco Gioielli, essere un punto di riferimento in  città vuol dire molto.

Per entrare in contatto con Greco Orologi cliccate qui.

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