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Il cronografo medicale

Il cronografo medicale è stato, per molti decenni, compagno fedele dei dottori, strumento indispensabile per attendere alla cura dei propri assistiti. Esso permette, con la semplice pressione di un pulsante, di avere la lettura delle pulsazioni del paziente.

Andiamo a scoprire la tecnica e la storia di questi strumenti, oggi in parte sostituiti da metodi più moderni, ma che restano tuttora uno dei simboli della scienza medica.

Le origini

Il medico britannico Sir John Floyer (1649-1734) introduce la pratica della misurazione del battito cardiaco. Come molti medici dell’epoca, è stato influenzato dalle ricerche di Santorio Santorio (1561-1636), il più grande studioso di medicina del tempo, formatosi nell’Università di Padova alla fine del XVI secolo, contemporaneo e medico personale di Galileo Galilei. Santorio introduce la misurazione matematica dei parametri vitali della persona come strumento per indagare la fisiologia e la patologia del corpo umano, e per primo studia in modo scientifico il metabolismo e la termoregolazione.

Sulla scia degli studi di Santorio, Floyer aderisce all’idea secondo cui molte malattie possono essere diagnosticate mediante la misurazione del numero di battiti che il cuore del paziente compie in un minuto. Come spesso capita in medicina, a un’intuizione corretta si accompagna una convinzione erronea: Floyer è infatti dell’avviso che le malattie diagnosticate grazie alla rapidità delle pulsazioni potessero essere curate con bagni in acqua fredda.

Al fine di disporre di uno strumento idoneo a conoscere con precisione il valore delle pulsazioni al minuto in un paziente, Floyer incarica un orologiaio suo connazionale, Samuel Watson, della realizzazione di un orologio adatto.

Nasce così, nel 1695, il primo cronografo dotato di una leva per avviare ed arrestare la lancetta dei secondi.

Il cronografo medicale, dunque, non solo ha origini risalenti, ma vanta un primato assoluto: è il primo cronografo vero e proprio mai prodotto, oltre tre secoli or sono.

Dopo questo primo exploit, l’interesse del pubblico nei confronti del cronografo medicale inizia a scemare. La tecnica orologiera si occupa di miniaturizzare, perfezionare, semplificare l’uso del cronografo. I dottori utilizzano normali cronografi per prendere il polso dei pazienti, semplicemente contando i battiti rilevati al polso per un minuto intero.

La riscoperta del cronografo medicale

È solo negli anni Venti del Novecento che l’industria orologiera svizzera si accorge che i medici ospedalieri fanno largo uso dei cronografi nella loro attività, e decide di incorporare una scala pulsometrica nei quadranti degli orologi dotati di funzione cronografica.

La tecnica

La tecnica di un cronografo medicale non è dissimile da quella di un normale cronografo. Il movimento è identico, avendo come scopo quello di misurare un intervallo di tempo da quando si iniziano a contare i battiti a quando cessa il conteggio. Come nei normali cronografi, la partenza, l’arresto e l’azzeramento della lancetta può essere attuata con due pulsanti separati o con uno solo.

Il cronografo medicale differisce dagli altri per il proprio quadrante. Esso infatti presenta una scala, detta pulsometrica, graduata usualmente a decrescere dai 200 bpm, in corrispondenza dei 9 secondi, ai 40 bpm, in corrispondenza dei 45 secondi. Il funzionamento del cronografo medicale è il seguente. Preso il polso del paziente, il medico avvia il cronografo e lo arresta quando ha contato 30 battiti. La posizione della lancetta sulla scala graduata indica il numero di battiti al minuto del paziente. Ad esempio, se il paziente ha un polso da 60 bpm, contando trenta battiti saranno passati 30 secondi: se noi guardiamo la scala di un cronografo medicale vedremo che in effetti ad ore 6 è riportato il valore di 60 bpm.

L’innovazione consiste nel ridurre i tempi necessari per prendere il polso, rendendo il medico più efficiente e produttivo, e permettendogli di prendere il polso ad un paziente in 30 s circa, contro i 60 necessari nel caso si utilizzi il “vecchio” metodo di aspettare un minuto e contare i battiti.

La scelta del cronografo medicale si rivela particolarmente vantaggiosa nei contesti ospedalieri, dove la maggior rapidità nel misurare il polso del paziente può essere decisiva. Proprio per questo, il cronografo medicale vive il suo periodo d’oro tra gli anni Venti e gli anni Settanta del Novecento, epoca in cui il sistema ospedaliero moderno si afferma in tutto l’Occidente.

Il cronografo medicale oggi

La crisi del quarzo degli anni Settanta e la disponibilità di strumenti di precisione per la misurazione del battito cardiaco rendono i cronografi medicali meno richiesti. Essi però rimangono, ancora oggi, uno dei simboli della professione medica, nonché una delle varianti più utili nell’ambito dei cronografi.

Due curiosità sul cronografo medicale

La funzione del cronografo medicale può essere svolta, sebbene con minor efficienza, da un orologio privo della funzione di cronografo. Dotando il quadrante di due scale graduate parallele, tarate per 15 pulsazioni anziché per 30, è possibile prendere il polso di un paziente a partire da quando la lancetta dei secondi si trova ad ore 12, o ad ore 6. Pur non avendo la rapidità d’uso di un vero cronografo medicale, questo strumento è più economico e di semplice costruzione. Queste caratteristiche portarono alla scelta di equipaggiare con tali strumenti i medici dell’ex Unione Sovietica.

I medici che fanno uso di cronografi medicali sono soliti portare l’orologio sulla destra. Il motivo? Utilizzando la mano destra per prendere il polso al paziente, la mano sinistra rimane libera di azionare i pulsanti del cronografo.

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